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Mancusi senza maggioranza

Una giunta ridotta all’osso, un numero di consiglieri sempre più sparuto, diatribe interne al suo stesso partito, Fdi, spaccature insanabili, forze di maggioranza passate all’opposizione. Così il sindaco Amilcare Mancusi, si avvia alla chiusura del suo secondo mandato. Senza avere più i numeri, senza maggioranza. In aula deve augurarsi solo l’appoggio di qualche consigliere indipendente. I conti sono presto fatti. Non ci sono più i consiglieri di Forza Italia, ormai all’opposizione; recalcitranti quelli dell’Udc dopo la cacciata dei due assessori, Squillante e D’Angelo. Mancusi può contare solo su Fdi e sperare di riuscire a trascinare i consiglieri fuoriusciti da Fi, Ingenito, Mancuso e Fasolino. Una legislatura bis, avviata nel 2009 che si concluderà il prossimo maggio, caratterizzata da lotte intestine che spesso hanno fatto traballare la poltrona più alta di palazzo San Francesco. Equilibri instabili, rotture tra alleati, liti furibonde placate con la manovra del rimpasto in giunta.

Dell’esecutivo del 2009 oggi resta ben poco. Rimaneggiato, forse troppo spesso, riassegnando quote ai partiti di maggioranza qualche volta per bilanciare, altre volte per riuscire ad andare avanti. Gli ultimi 5 anni hanno avuto come leit motiv il via vai continuo di assessori. Poltrone date e tolte, incarichi assegnati e revocati, al punto che il sindaco ha nelle mani quasi dieci deleghe tolte ai rappresentanti della giunta mandati via e non consegnate del tutto nelle mani dei sostituti. In questo andirivieni dalla sala assessori a risentirne di più è stato il parlamentino cittadino, con assemblee cariche di nervosismo ed in aula i numeri a fare da spada di Damocle. Tante le convocazioni saltate per mancanza del numero legale, ed oggi, si teme per il prosieguo. Di certo si arriverà a maggio, ma bisogna capire come. Davanti c’è un percorso minato che rischia di mandare all’aria gli ultimi consigli comunali utili. Saranno i numeri in aula a scandire gli ultimi mesi, a preparare gli schieramenti per le amministrative, a definire i disegni di coalizioni tra alleanze e rivalità. Quello che è certo, è il quadro finale con linee nette a disegnare un centrodestra dove regna l’antagonismo.

Il maggiore «imputato» di questo stato di cose è proprio il primo cittadino. Non è piaciuta l’ultima mossa, in ordine di tempo, che ha dato il benservito a due assessori dell’Udc, a poche ore dalla presentazione ufficiale del candidato a sindaco dei centristi e Forza Italia, Antonio Crescenzo. Una decisione franata sull’esecutivo e sul parlamentino, che di fatto ha tolto completamente la maggioranza a Mancusi. Una scelta singolare, perché il primo cittadino ha revocato addirittura il suo vice, Francesco Squillante, al suo fianco da 5 anni. Crescenzo è stato durissimo dopo la revoca di Squillante ed Antonio D’Angelo. «Una rappresaglia politica nei confronti dell’Udc. Noi avevamo lanciato segnali di apertura a tutte le altre forze politiche del centrodestra, abbiamo chiesto di gettare il cuore oltre l’ostacolo e di partecipare a questo grande progetto di speranza e di cambiamento, ma anziché cogliere l’occasione, si è passati alla ritorsione. Lo squallore di tale atto è così enorme che non merita ulteriori commenti». Rossella Liguori

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