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Teatro mai aperto e già da rifare: il risultato di 20 anni e 4 amministrazioni. Dossier per la Corte dei Conti


Il  teatro mai aperto, tra posti senza visuale e l’ombra della Corte dei Conti. E’ il paradosso del teatro “De Lise” dove circa cento delle costose poltrone Frau sono sistemate in spazi con un campo visivo ridotto, tanto da riuscire a vedere il palcoscenico solo per metà. Una veduta ostacolata in parte anche da alcuni vetri e pilastri. C’è da fare per poterlo aprire, ci sono aspetti da rivedere e prima ancora c’è da ristrutturare. Costato già 7 milioni di euro, occorrono 560 mila euro per renderlo fruibile di cui 70 mila solo per riparare i danni degli atti vandalici. Doveva essre rilancio, punto di inizio di un nuovo sviluppo territoriale ed economico. Una buona intenzione lunga 20 anni e che ha attraversato ben 4 amministrazione di centrodestrae di centrosinistra. Ed anche sui lavori di sistemazione e completamento c’è più di un’ombra: la ditta che si era aggiudicata il lavoro ha immediatamente rinunciato attaccando duramente funzionari e tecnici del comune. Il Teatro nel cuore della città è un edificio distrutto dal tempo, dai vandali, e probabilmente, una buona parte del danno è da imputare alla malapolitica. Ne sono convinti i cittadini, spettatori inermi del decadimento incessante di una struttura che avrebbe dovuto rappresentare il rilancio; e ne sembra convinto anche l’architetto Emilio Maiorino, già vincitore nel 1997 del concorso di idee per la realizzazione del Teatro, che con la sua Maiorino & Partners si era aggiudicato qualche settimana fa anche il bando  per il completamento e la riparazione dei danni causati dagli atti vandalici: 32 mila euro per redigere e rendere esecutivo e cantierabile  il progetto. L’amministratore tecnico e direttore unico aveva, però, poi detto di “no” spiegando prima gli impegni su altri progetti e poi bacchettando tutti. Maiorino aveva tuonato contro la politica e contro dirigenti comunali. “Hanno remato contro il completamento dell’opera. – aveva detto – tutte le amministrazioni di destra e di sinistra”. Oggi quelle parole restano come dubbi da chiarire. Ne è convinto l’avvocato Emanuele Esposito che ha preparato una nota per invitare il sindaco Giuseppe Canfora a fare chiarezza. “L’architetto Maiorino lamenta una “protervia, inattività ed ostacoli disseminati dai tecnici del comune coadiuvati da funzionari e tecnici loro contigui che hanno remato e ancora oggi remano contro la conclusione dell’opera ” che lo avrebbero portato a ritrovarsi “solo contro tutti”. Parole di una notevole gravità che fanno emergere anche fatti che debbono essere portati a conoscenza dell’autorità giudiziaria. Se vi è un ritardo che ha comportato un aumento dei costi, non sarebbe giusto avviare un indagine ed avvisare la Corti dei Conti per danno erariale? Ritengo poi sia  altrettanto giusto e doveroso avvisare la Procura della Repubblica competente affinchè la stessa valuti eventuali illeciti penali di chi con il proprio comportamento omissivo o commissivo abbia potuto ritardare la realizzazione di tale opera. Cosa è stato fatto dal sindaco, dall’assessore competente o dal consiglio comunale al fine di fare chiarezza rispetto alle affermazioni scritte dall’architetto Maiorino nella sua nota? La missiva del direttore dei lavori, se vera nel suo contenuto, è certamente degna di un approfondimento giudiziario”

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