Ruba in due chiese in meno di dodici ore ma viene identificato dai carabinieri e denunciato in stato di libertà. Ventidue anni, tossicodipendente di Pagani, già noto alle forze dell’ordine cittadine, il furfante era riuscito a farla franca in entrambe le circostanze, portando via soldi, computer e telefoni cellulari. Gli investigatori non hanno dubbi, è stato lui a rubare prima nell’istituto delle suore «Figlie della carità del preziosissimo sangue» in via Malet e poi, la mattina dopo, nella basilica di San’Alfonso, nel cuore della città. Identico il modus operandi, che ha consentito ai carabinieri di ipotizzare fin da subito che entrambi i colpi potessero essere riconducibili allo stesso autore. Il primo furto viene messo a segno lunedì sera. Il ventiduenne si introduce nell’istituto religioso femminile di via Malet dopo aver forzato una porta sul retro; una volta dentro riesce a portare via un telefono cellulare ed un computer. Nessuno si accorge della sua presenza. Solo quando il furfante è ormai lontano, una suora scopre il disordine in una delle stanze e lancia l’allarme ai carabinieri della locale tenenza.
Solo dodici ore dopo i militari del reparto di via De Gasperi ricevono un’altra richiesta di intervento dal parroco della basilica di Sant’Alfonso per un secondo furto. Anche in questo secondo caso il malfattore si introduce da una porta sul retro, dopo averla forzata. L’obiettivo del balordo è una cassetta custodita in sagrestia, contenente circa cinquecento euro. Il ladro svuota la cassetta, intasca i soldi e scappa senza farsi vedere. I carabinieri, coordinati dal tenente Simone Cannatelli, avviano le indagini, dopo aver raccolto le denunce dei due furti. Scatta la caccia al furfante. Determinanti, per l’individuazione del responsabile, sono i filmati delle telecamere installate sia nei pressi della basilica di Sant’Alfonso, sia in prossimità dell’istituto religioso di via Malet. Il Mattino