“Gli abusi edilizi saranno solamente numerati, nessuna scheda dovrà riportare i dati personali dei proprietari. E’ questa l’ultima indicazione sul caso degli illeciti edilizi per poter arrivare in consiglio comunale ad una decisione ed a stabilirne il destino tra abbattimento e riutilizzo. “In aula di consiglio non possono essere presentati i casi con tanto di nome e cognome – ha spiegato il sindaco Giuseppe Canfora – I consigliere devono poter decidere in maniera oggettiva avendo davanti delle griglie di valutazione specifiche e le schede anonime di ciascun abuso”. E’ già stato dato mandato dall’ufficio urbanistica di procedere ad una integrazione dei documenti predisposti valutando se l’immobile in questione sia di rilevante impatto ambientale o sia stato costruito su area demaniale o in zona soggetta a vincolo ambientale, paesaggistico, idrogeologico e archeologico, o sia caratterizzata da un elevato e persistente rischio sismico; se vi sia il rispetto della normativa antisismica; se l’abuso sia stato commesso da persona condannata per reati di tipo mafioso; se l’immobile risulti abitato oppure no; se il manufatto sia stato ultimato o sia in fase di ultimazione. Tutti gli illeciti saranno così catalogati per cercare di delineare il confine tra abusi di necessità ed abusi speculativi, per meglio identificare urgenze, esigenze e sfruttamento edilizio. Difficile quantificare il numero degli abusi: una stima approssimativa parla di oltre 350 costruzioni tra edifici, tettorie, garage, box, piani rialzati, accrescimenti. Una cementificazione che ha stravolto anche la fisionomia dei luoghi tanto da finire nel mirino della magistratura. Sequestri non solo legati agli abusi d’uso rispetto alle concessioni agricole, ma anche alle difformità in riferimento ai progetti ordinari presentati con ampliamenti illegittimi di volumetrie. Una strana espansione urbanistica, addirittura edificazioni in zone agricole e montuose dove mancano i servizi minimi. Niente rete fognaria, collegamenti stradali precari. Nelle periferie di Episcopio e di Lavorate, zone ad altissimo rischio smottamenti. La più grave forma di abusivismo è proprio quella che si è fatta strada lungo la perimetrazione delle zone rosse. Per gli abusi in queste aree non ci saranno sconti: le ruspe butteranno giù tutto. “Decidere il destino degli immobili abusivi non è cosa semplice. – ha sottolineato Canfora – Bisogna analizzare caso per caso con estrema scrupolosità, annotando le diverse condizioni. Solo così si potrà avere un quadro completo e chiaro. Una cosa è certa, le costruzioni da abbattere sicuramente sono quelle realizzate all’interno della zona rossa. Lì non c’è alcuna eccezione che tenga”.