Tagli alle unità infermieristiche della sala operatoria, da otto paramedici si scende a sei ed è protesta al «Martiri del Villa Malta». Un ridimensionamento che tocca tutte le fasce orarie. Saranno ora assicurati due infermieri, prima erano tre, sia in fascia oraria diurna che in quella notturna. Azzerate le reperibilità e gli straordinari festivi e notturni. Ad avviare l’ottimizzazione delle risorse ed il contenimento della spesa, rispetto al badget che la Regione garantisce al nosocomio, è stata la direzione sanitaria che ha passato in rassegna l’intero carico di lavoro. Una documentazione dettagliata con tutti i numeri di operatività tra costi del personale, sedute operatorie, interventi ordinari e straordinari. La direzione ha fatto un esame del piano di lavoro tracciando addirittura una media del tempo di impiego delle 4 sale operatorie a disposizione. Tre sono riservate alle operazioni chirurgiche programmate ed una per le urgenza con un tempo medio di 80 minuti per ciascun intervento. È su questi dati che si è poi passati ai tagli riducendo gli infermieri. Dalla direzione generale fanno sapere che «non si parla di licenziamenti, ma di un riassetto ed una riorganizzazione. Ridimensionare il personale significa ottimizzare, fare una nuova turnazione tenendo in considerazione il carico di lavoro. L’ospedale di Sarno che serve un ampio bacino di utenza garantirà sempre le prestazioni e le emergenze».
Il dubbio nasce sulla gestione finora attuata. A mettere più interrogativi in fila è Domenico Tortora, segretario provinciale Ugl, nonché operatore sanitario dell’ospedale sarnese. Il riassetto sembra non partire da un calo delle prestazioni sanitarie, lo standard è lo stesso, i numeri sempre uguali di interventi sia ordinari che emergenziali. La riduzione dell’organico nelle turnazioni getta un’ombra sulla organizzazione finora portata avanti, quella nuova messa in atto da pochi giorni e sul costo degli infermieri tra straordinari e reperibilità. Tortora domanda senza mezzi termini: «Si è sbagliato prima o si sta sbagliando adesso? Parliamo di gestione del personale o di amministrazione dei fondi?».
Il sindacalista chiede chiarimenti invitando ad un tavolo tecnico tutta la dirigenza. «Esistono delle linee guida per formare una pianificazione che non si può stravolgere unilateralmente da un giorno all’altro, bisogna capire se siano intervenuti fattori nuovi. Se prima erano tre infermieri e lavoravano in un determinato modo, oggi che sono due è perché è cambiato il carico di lavoro? Perché se è cambiato allora si può capire, ma se è sempre lo stesso c’è qualcosa che non va. A questo punto il direttore sanitario dovrebbe certificare che prima c’è stata una gestione allegra. Chi ricopre una carica dirigenziale ha un ruolo di controllo e deve gestire personale e fondi. Se è solo per esigenze di bilancio è molto grave. Gli interventi sono gli stessi, le unità operative sono le stesse, le emergenze sono le stesse, non sono calate le prestazioni di sala operatoria. Bisogna capire se il problema ci sia stato prima o adesso». Tortora lancia un monito. «Queste vicende assumono i contorni di un tira e molla da campagna elettorale. La sanità non conosce partiti, il paziente non ha colore politico. Noi dobbiamo assicurare l’ordinario, ma più di tutto dobbiamo garantire l’emergenza perché siamo un punto di riferimento dell’area nord della provincia di Salerno.
Rossella Liguori