Oggi, il 38esimo anniversario della strage.
“Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”, diceva il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Era il 3 settembre del 1982, quando un commando di Cosa Nostra faceva irruzione in via Carini, a Palermo, rompendo la quiete del silenzio con la furia dei kalashnikov. Tanti colpi, le urla e poi ancora il silenzio. Il generale Dalla Chiesa era stato ucciso insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo. Cento giorni dopo il suo insediamento nel capoluogo siciliano, Dalla Chiesa aveva cercato di smantellare le insidiose trame che la mafia stava imbastendo con la politica.
“Mentre Roma discute, Palermo è espugnata” tuona il cardinale Salvatore Pappalardo citando Sallustio. I poteri negati al prefetto vengono concessi al suo successore, Emanuele De Francesco.