Bonifiche a tappeto e guerra all’amianto: sotto la lente di ingrandimento edifici pubblici e privati. Si è partiti subito dalla prima urgenza territoriale con la bonifica dell’ex acquedotto comunale. Una vera e propria bomba ambientale in pieno centro cittadino, che da anni è in sospeso tra abbattimento e riqualificazione. Diverse parti pericolosi. Una tettoia interamente realizzata in cemento amianto, tubi di scolo rotti e sgretolati. Un rischio evidente per la salute dei cittadini. A lanciare l’allarme negli anni sono stati i residenti di San Matteo che più volte hanno richiesto un intervento urgente. Si tratta di un immobile pubblico che in passato ha ospitato uffici e magazzini dell’ex acquedotto comunale. Addirittura, abbandonato, negli ultimi anni era divenuto alloggio per una famiglia disagiata che ne aveva fatto anche l’ufficiale residenza. Una vicenda che è stata più volte portata all’attenzione delle istituzioni per il totale stato di degrado ed incuria. Arriva ora la bonifica in piazza Garibaldi con la rimozione delle parti in amianto. Un primo passo nel percorso di individuazione di tutte le strutture pericolose. Infatti, gli edifici pubblici e privati realizzati con l’impiego di amianto dovranno essere tutti censiti e poi bonificati. Sono tantissime le costruzioni disseminate su tutto il territorio, dal centro fino alle periferie. Canne fumarie, tetti, parti in cemento amianto spesso con lastre disgregate ad alto rischio di contaminazione per le zone circostanti. Si dovrà prima di tutto tracciare una mappa per poi passare all’analisi degli edifici più a rischio e provvedere, nel caso, allo smaltimento, la decontaminazione e la bonifica ambientale. Sono interventi urgenti a salvaguardia della salute dei cittadini con l’eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione alle fibre di eternit. La pericolosità dell’amianto consiste, infatti, nella capacità che il materiale ha di rilasciare fibre potenzialmente inalabili dall’uomo con lo sviluppo di gravi patologie polmonari con un periodo di latenza anche di 30 anni. Facendo seguito ad una nota della Regione Campania dello scorso marzo, il sindaco Giuseppe Canfora ha emanato una ordinanza già qualche mese fa perché i proprietari di strutture a rischio possano segnalarle e compilare una scheda apposita. Ciò consentirà di procedere alla mappatura di siti e manufatti sia pubblici che privati. “Si ordina – si legge nella nota – a tutti i proprietari, amministratori e legali rappresentanti di immobili pubblici e privati realizzati con prodotti contenenti cemento amianto di effettuare il censimento degli stessi. Successivamente il comune provvederà a trasmette alla direzione regionale ambiente ed ecosistema tutte le schede pervenute. Hanno l’obbligo di ottemperare alla presente ordinanza anche coloro i quali siano stati oggetto di precedenti provvedimenti relativi al rischio amianto, diffide o segnalazioni; coloro i quali abbiano notizia di manufatti in cemento amianto. L’inosservanza all’obbligo di informazione previsto dall’ordinanza prevede sanzione amministrativa fino a 5 mila euro”. Sull’amianto esiste una ricca legislazione da molti anni. Dal 1992 è in vigore una legge molto severa che, su tutto il territorio nazionale, vieta l’estrazione, l’importazione e l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto o dei prodotti che lo contengono.