Monopolio del mercato ittico, in quattro finiscono in manette. Non vuole concorrenza ai banchi del pesce, minacce e colpi di arma da fuoco all’indirizzo di un altro commerciante intenzionato ad acquistare uno stand ed avviare la propria attività. “Qui possono succedere cose brutte”, gli avrebbe detto, prima di “assoldare” tre uomini per l’azione intimidatoria.
Quattro gli arresti eseguiti dalla Squadra Mobile di Salerno. Nei guai ci sono finiti Gianni Mauro, 32 anni, di Capaccio, già proprietario di un banco di vendita al mercato ittico; Biagio Lammardo, 31 anni di Sala Consilina; Donato Cataldo, detto Renato, e Massimo Squillante rispettivamente di 37 e 46 anni, entrambi residenti a Sarno. Questi ultimi difesi dall’avvocato Emanuele Esposito.
I quattro sono accusati di tentata estorsione aggravata, detenzione illegale di arma, spari in luogo pubblico ai danni di Augusto Ferrigno, imprenditore nel settore della ristorazione e del commercio all’ingrosso di prodotti ittici che aveva acquistato, nonostante i ripetuti avvertimenti uno stand al mercato rilevando il 50 per cento delle quote di una società cooperativa. “Gianni Mauro – si legge nelle motivazioni del fermo a firma del Sostituto Procuratore della Repubblica, presso il Tribunale di Salerno, Francesca Fittipaldi – in più circostante, al fine di procurarsi un ingiusto profitto consistente nel preservare posizioni di monopolio e, comunque, mantenere personali equilibri ed introiti all’interno del settore della vendita di prodotti ittici al mercato di Salerno, procedeva con minacce nei confronti di Augusto Ferrigno della sorella Rosita, in particolare dicendo loro di abbandonare l’idea di acquistare un banco di vendita dovendosi il Ferrigno limitare a vendere solo nella zona di Capaccio e, aggiungendo, che il mercato ittico era “un brutto ambiente dove potevano anche accadere cose brutte”, precisando che loro dovevano sostenere parecchie famiglie tra cui anche famiglie di carcerati per cui c’erano degli equilibri da mantenere”.
Il procedimento trae origine dal grave atto intimidatorio compiuto alle prime luci dell’alba del dicembre 2017 ai danni di Ferrigno. L’uomo, mentre percorreva la Litoranea, all’altezza del Lido Jamaica, nel comune di Eboli, era finito nel mirino di diversi colpi di arma da fuoco. Nella sua denuncia, aveva raccontato agli inquirenti di due uomini a bordo di una Audi TT di colore grigio, con targa parzialmente coperta, già vista, però, il giorno prima proprio all’interno del mercato ittico. Un particolare che non era sfuggito agli inquirenti e che avevano subito indirizzato le indagini verso la rete dell’area commerciale di via Mecio Cracco. Un ricostruzione minuziosa di quanto accaduto sulla Litoranea, con i particolari forniti proprio dalla vittima dell’attentato, che aveva raccontato anche delle precedenti pressioni subite. I quattro sono finiti nei guai perché “in concorso tra loro, Gianni Mauro quale mandante, Squillante quale fornitore dell’arma utilizzata da Cataldo e da Lammardo, questi ultimi quali esecutori materiali, esplodevano tre colpi di arma da fuoco con un fucile calibro 12 caricato a pallettoni verso l’auto di Ferrigno. Atti diretti ad indurre l’imprenditore ad interrompere la vendita all’ingrosso del pesce all’interno del mercato ittico di Salerno”.
Il Gip, Maria Zambrano, ha convalidato il fermo soltanto per Lammardo e, ha ritenuto opportuno applicare la misura cautelare dei domiciliari per tutti e quattro gli indagati che si trovavano presso la casa circondariale di Salerno.