Olimpiadi di Tokyo, “L’uomo che si è qualificato due volte”. Intervista ad Angelo Crescenzo
L’attesa è finita, tutto è pronto per l’inizio delle Olimpiadi a Tokyo. Intervista ad Angelo Crescenzo, Campione del Mondo di Karate in carica, atleta del Gruppo Sportivo Esercito Italiano che rappresenterà l’Italia ai giochi di Tokyo 2020!
Un percorso che è diventato complicato, causa Covid, e sei stato definito “L’uomo che si è qualificato due volte”. Come la senti questa definizione?
In questa frase rivedo tutta la mia vita, non solo quest’ultima parte di percorso olimpico. Prima la federazione che da ufficialmente qualificato decide di riaprire il ranking togliendomi dal collo quel pass per Tokyo già conquistato. Poi il covid è arrivato a poche settimana prima delle ultime tappe di qualificazione.
Sono stati momenti difficili di cui porto dentro le cicatrici, ma quando sei di fronte ad eventi che non puoi controllare devi solo cercare dentro di te la forza di rialzarti e andare avanti.
A Lisbona, dopo 14 mesi di inattività agonistica sapevo di non poter sbagliare. Non era il momento di pensare al covid o di quanto fosse stato difficile accettare che la federazione mi aveva tolto quel pass.
In quella gara ho portato sul tatami tutta quella voglia di andare oltre le difficoltà che ha sempre contraddistinto la mia vita, e da lì, eccomi oggi ad essere pronto a volare verso Tokyo.
Tokyo finalmente, quali emozioni ci sono e quali difficoltà?
Non è facile descrivere le emozioni, soprattutto quando si parla di un evento così grande, inimmaginabile fino a qualche anno fa. Da un lato sono contento di poter prendere parte ad un evento così importante per il karate ma anche per l’Italia; dall’altro sono orgoglioso del mio percorso fatto fin ora. Ma in questo momento le emozioni trovano poco spazio tra i vari allenamenti che si intensificano con il passare dei giorni.
La preparazione atletica e non solo, come sono stati questi mesi?
Farsi trovare pronti ad una competizione come le Olimpiadi significa lavorare su ogni minimo dettaglio, ed è quello che sto facendo. Tanto è già stato costruito e nei prossimi giorni ci sarà modo di affinare ancora di più il lavoro svolto. Il tempo passa veloce e le giornate si affollano tra i vari impegni. Ma questo è il momento di stringere i denti.
Storica prima olimpiade del Karate, quale è il primo sentimento che hai messo in valigia?
In questo momento sono molto orgoglioso di poter rappresentare l’Italia e il Karate alla sua prima olimpiade. So quante persone purtroppo non hanno avuto modo di toccare con mano questo sogno.
Io oggi sono qui, uno tra i 10 atleti di tutto il mondo che avrà la possibilità di competere per la medaglia olimpica nella mia categoria.
Non è facile da spiegare.
Insieme a tutto questo so anche di dover portare con me tanta volontà, quella volontà da mettere in gara per conquistare a tutti i costi la medaglia più ambita. Voglio inoltre ringraziare, per il supporto e per i risultati ottenuti fin qui, il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito che orgogliosamente rappresento in qualità di atleta militare.
Intervista a Cura del direttore Rossella Liguori