«Perché nessuno ha aiutato la mia Enza? Mi manca, mi manca tanto…». Rigira tra le mani un fazzoletto, davanti ha le foto che la ritraggono sorridente abbracciata alla figlia. «Un giorno la riabbraccerò, lo so. Questo allontana il dolore e mi riempie il cuore di gioia».
Lei è Giovanna Gifuni, la mamma di Vincenza Avino, la donna uccisa a Terzigno il 14 settembre 2015 da Nunzio Annunziata, suo ex compagno. Una storia che è andata ad aggiungersi all’elenco di epiloghi maledetti, che è entrata tra le realtà delle scarpe rosse. Un simbolo di femminilità che è divenuto emblema dello strazio, delle grida soffocate, della paura, della vergogna. Le storie che celano tra la punta ed il tacco sono angoscianti. Sono costellate di tormenti, spesso di denunce inascoltate. Come quelle di Enza in una storia fatta di una catasta di denunce ed un corpo a terra senza vita, crivellato di colpi.
servizio di Rossella Liguori