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Zì Micalina “ngarm ‘a cap” a Paolo Rossi e l’Italia vince il mondiale

Zì Micalina ‘a Sciora e Spagna ’82.

La finale del Mundiale del 1982, anche da noi fu un evento. Sportivo, ma anche popolare. Soprattutto popolare. Tutta l’Italia si era aggrappata alla pipa di Bearzot e il folklore dominava ovunque. Strade bardate a festa, sfilate.

Nella conquista della Coppa, Sarno ebbe un ruolo fondamentale. Non lo sa e non lo sapra’ e, come lui, tanti altri, ma Bearzot, quell’11 luglio 1982, ebbe un alleato micidiale. Non al Bernabeu. Ma in un portone di via Cavour.

Tutti assembrati in ordine sparso nel cortile. Ognuno sistemato alla meno peggio. Caldo, afa. Maniche corte, pantaloncini. Zoccoli. Sofferenza canalizzata verso la televisione collettiva appoggiata su un mobile antico, tirato fuori da una cucina a piano terra. L’Italia non segna. Sembra che tutto si sia inceppato. Compreso Paolo Rossi. Nando Martellini non si da’ pace e mostra insofferenza verso Schumacher, il portiere della Germania. Cabrini sbaglia un rigore. “Ma che sta succerenne?”.

Finisce il primo tempo con un nulla di fatto e il cortile ribolle. Vecchi e giovani cercano un perchè. Zì Micalina ‘a sciora, che di calcio, ovviamente, non capisce un cavolo, si affaccia al balcone colpita da questo clima pesante. Contenta per la festa, ma dispiaciuta per come si stava mettendo. Delle bestiemme. “Uagliù, ma chi succere?”. “Zì Micalì, l’Italia non segna. E’ la finale. Sti tedeschi sono veramente forti”. “Ma chi ha da menà a palla ‘nda canesta di tedeschi?”. “Zì Micalì, ‘u vintuno: Paolo Rossi”. “Chillo bell’ommeno?”. La matrona, senza scomporsi, si siede su una sedia di paglia, chiude gli occhi e si fa il segno della croce. Un minuto di silenzio generale dalla curtina incuriosita. “E per forza ca non segna. Tene l’uocchie. E chi uocchie! Mò, m’o veco io. ‘O ‘ngalmo ‘a capa”. E l’anziana parte con la nenia e, tra i suoi sbadigli, l’Italia torna in campo. Verità o coincidenza, al 56’ Paolo Rossi segna di testa e apre la strada alla vittoria. Dal cortile ‘Ngopp’i Muorti, festeggiato il gol, parte il coretto per zi Micalina, manco il gol lo avesse fatto lei: “Zi Micaaaliiina, tattattatà”. L’anziana saluta e si ritira: “Teneva l’uocchie troppo pesanti e mò sono stanca io”. E alza la mano nello stesso momento in cui Pertini salta in piedi in tribuna e dice: “Non ci prendono più”. Zoff, alla fine, alza la coppa. Ma non sapeva del ruolo di zi Micalina ‘a Sciora che, ‘Ngopp’i Muorti, aveva ‘ngalmato ‘a capa a Paolo Rossi.

 

Inedito di “Scorci di Vita 2”

di Gaetano Ferrentino

 

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