I carabinieri del Ros avevano filmato Aniello Albero nel mentre scambiava una stretta di mano e un bacio sulla guancia con Franco Annunziata, all’epoca dei fatti candidato sindaco a Sarno. Un comportamento che, sommato ad altri riscontrati dai militari e riconosciuti anche dalla procura Antimafia, era costato ad Albero, assieme ad altre persone ritenute vicine al clan Serino, l’accusa di voti di scambio. Accusa che, invece, non hanno riscontrato i giudici della Cassazione che hanno accolto il ricorso del suo legale, l’avvocato Pasquale Riccio, e respinto quello della procura. I giudici della Suprema Corte hanno però rinviato gli atti ad una nuova sezione del Riesame per quanto attiene ad altri reati , tra cui l’associazione. E se martedì si è discusso il ricorso di Albero, ieri è toccato a Michelina Serino, la figlia del boss anche lei coinvolta nell’operazione Poker, i cui legali hanno dovuto difenderla nel ricorso della procura contro l’ordinanza del Riesame che fece cadere una serie di contestazioni a carico degli indagati. Ma l’indirizzo della Cassazione potrebbe essere lo stesso per tutti. L’operazione è di maggio scorso e consentì alla procura Antimafia di indagare ventotto persone, ottenere ben ventuno provvedimenti restrittivi e il sequestro di oltre due milioni di euro di beni. Tra gli indagati, appunto, Franco Annunziata, ex consigliere provinciale ed ex consigliere di opposizione nell’attuale consiglio comunale di Sarno. Secondo la procura Antimafia (rappresentata dal sostituto procuratore Vincenzo Montemurro) avrebbe chiesto aiuto al clan Serino per una pacchetto di voti durante la competizione elettorale e sia durante il ballottaggio, schierandosi, per ottenere voti. In cambio i Serino avrebbero avuto un proprio uomo in amministrazione, uno al quale, «non si possono chiudere le porte in faccia». Anche se poi, a conti fatti, la tornata elettorale di maggio scorso non è stata «favorevole» ad Annunziata. Fonte: Il Mattino