La scia dei contagi tra i bambini di scuola è lunga con bimbi ancora positivi e famiglie in quarantena. A Sarno, il vice sindaco Roberto Robustelli, in sorveglianza attiva con la sua famiglia dopo la positività rilevata al figlio di 8 anni.
Due bimbi separati dal Covid. Sono Tano, 8 anni, e Sveva, di 4: fratello e sorella. Nella stessa casa, ma in camere separate, perchè uno dei due è risultato positivo al Covid19. «Non abbiamo fatto in tempo a fare il vaccino. Per i bambini le restrizioni sono innaturali, così come il non potersi abbracciare. Ma è necessario». A parlare è il vicesindaco di Sarno, Roberto Robustelli, da oltre una settimana in sorveglianza attiva, dopo aver scoperto la positività del figlio. Con ogni probabilità è un contagio avvenuto tra i banchi di scuola pochi giorni prima della chiusura per le festività natalizie. Un isolamento in casa, tra le camere, divisi da un corridoio. Tano e la mamma Giuliana Laterza positivi, Roberto e la figlia Sveva, negativi.
Il racconto
«La piccola vorrebbe girare casa, andare ovunque, abbracciare il fratellino che è in un’altra camera. Mi chiede perché non possa vederlo e giocare insieme. Si fa fatica a tenerli distanti, ma va fatto con grande attenzione. Per fortuna stiamo bene, non ci sono sintomi rilevanti». Pronto per essere vaccinato, per Tano il Covid 19 è arrivato prima, così come accaduto per altri bimbi e tante famiglie. Proprio dai più piccoli sono partiti i focolai familiari. L’infezione nelle ultime settimane ha avuto un’impennata preoccupante, viaggiando nelle scuole, dove si fa fatica a mantenere il distanziamento, soprattutto tra i bambini. Ed il risultato della positività di alunni e studenti ha fatto scattare la sorveglianza attiva per centinaia di famiglie, la corsa ai tamponi rapidi con farmacie prese d’assalto. E le storie tra le mura domestiche sono quelle di famiglie costrette a restare divise, confinate nelle camere. Così come accaduto alla famiglia Robustelli. «Tornato da scuola Tano aveva mal di testa e la sera ha manifestato una stomatite – racconta il vicesindaco – per sicurezza anche degli altri bimbi, abbiamo prenotato un tampone che è stato fatto sabato mattina. Non pensavo potesse risultare positivo, perché non aveva alcuna sintomatologia riconducibile al Covid.
La sera è arrivato il risultato. Ho chiamato la dirigente scolastica del plesso, trasmettendo l’esito del tampone. Quindi ho avviato l’iter, il protocollo che va fatto per consentire, poi, il controllo sui contatti familiari ed a scuola. Dalle verifiche a scuola, nella stessa classe di mio figlio, la quarta elementare, sono risultati altri quattro bimbi positivi. Anche noi in famiglia abbiamo fatto il tampone, mia moglie è risultata positiva, io e mia figlia Sveva negativi.
Sono giorni difficili, di grande timore, siamo totalmente divisi. Una bambina di quattro anni, per quanto si voglia far capire cosa sia il Covid, resta giustamente nel suo senso di libertà, di ingenuità. Anche perchè credo vadano dosate le parole per non trasmettere paura ed ansia. Tano doveva essere vaccinato, non abbiamo fatto in tempo».
«Come noi prosegue Robustelli – ci sono altre famiglie nella nostra città, alle quali sono profondamente vicino. Speriamo passino in fretta questi giorni e nel migliore dei modi possibili per tutti. Abbiamo avuto una situazione nelle scuole molto complessa, diversi alunni e studenti positivi con le rispettive famiglie in quarantena. La scuola non è produttrice di Covid, ma essendoci all’interno contesti svariati, per quanto ci sia accortezza, se salta qualcosa all’interno della classe, per contatti esterni, si diffonde il contagio. I bambini hanno un modo di comunicare che li tiene accanto, hanno bisogno delle vicinanza. Questa impennata di contagi era quasi prevedibile. I casi si sono triplicati, una tendenza che abbiamo visto sei mesi fa, ma anche un anno fa. Il vaccino ci sta dando una misura importante che è quella delle ospedalizzazioni che non sono come un anno fa, e la sintomatologia nei soggetti vaccinati è lieve se non del tutto assente. È scientificamente provato, ma il distanziamento, i dispositivi, le norme anti contagio restano fondamentali. È un momento della nostra vita complicato, ma dobbiamo aiutarci e sostenerci con grande senso di responsabilità, soprattutto noi adulti»