L’acqua come bene comune, come risorsa essenziale e non come profitto per privati e multinazionali. Sarno corre verso la rottura con la privatizzazione attraverso il sistema della gestione con un’azienda privata consortile e la richiesta di agevolazioni tariffarie per i disagi derivanti dalle captazioni idriche per l’approvvigionamento regionale. Un consiglio comunale molto sentito quello di ieri sera, richiesto dalle forze di opposizione che ha visto anche la presenza Padre Alex Zanotelli da sempre in prima linea per l’acqua come bene comune, e Maurizio Montalto, presidente dell’istituto italiano per gli studi delle politiche ambientali, i comitati, la Pro Loco ed i tanti cittadini che da anni a Sarno si battono per vedere riconosciuto il referendum. Maggioranza ed opposizione in aula con due proposte completamente diverse dopo oltre 3 ore di discussione, si è arrivati ad un terzo documento che ha messo insieme parti dell’una e dell’altra intenzione, votato all’unanimità. Al centro la rottura con la privatizzazione e la strada per la ripubblicizzazione per rispettare la volontà referendaria del 2011 ed ancora la richiesta di agevolazioni tariffarie per i danni derivanti dalla captazione come ha spiegato il sindaco Giuseppe Canfora. “La captazione delle acque ha prodotto e continua a produrre enormi danni alla città. Quindi chiediamo anche agevolazioni tariffarie e sgravi fiscali Nel documento approvato si chiede, inoltre, previa consultazione dei Comuni limitrofi, e dopo apposito studio di fattibilità economico e normativo, alla Regione e all’Eiato, nonché ad ogni altro organo competente, l’istituzione di un sub ambito di limitata estensione territoriale”. Il primo firmatario della richiesta di consiglio comunale, Giovanni Montoro di Rete Libera ha spiegato altri punti del documento. “Appena i meccanismi della legge chiameranno in causa i comuni nella scelta della forma di gestione del servizio idrico, il comune di Sarno voterà per la costituzione di una società speciale consortile e quindi per un controllo pubblico. Non dubitiamo che anche altri comuni del nostro distretto, debitamente indirizzati, vogliano fare la stessa scelta. Una voce forte si è alzata da Sarno e se questa voce verrà condivisa dagli altri comuni e da questi portata in regione in futuro l’acqua non sarà considerata una merce. Ringraziamo per aver contribuito alla stesura della nostra proposta i comitati che da anni si battono per vedere riconosciuta la scelta referendaria”