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Riflessi d’Arte: a Pagani il Genio di Mozart

Secondo appuntamento con Wolfgang Amadeus Mozart quello del 2 Maggio 2014 alle ore 20.45 presso il Santuario della Madonna delle Galline in Pagani (Sa) con il Coro Collegium Vocale Salernitano e l’Orchestra Filarmonica Campana diretti dal maestro Giulio Marazia. Il concerto rientra nella rassegna RIFLESSI d’ARTE promossa dall’associazione culturale Ambress Ampress nell’ambito del premio fotografico Istantanee dalla Festa (VII ed.). Questo ente, presieduto dall’avvocato Gerardo Ferraioli, nasce il 5 Novembre 2009, come associazione senza scopo di lucro, al fine di incentivare e promuovere la cultura, come momento essenziale di crescita di una società moderna, non solo come mero strumento, bensì come fattore attivo di sviluppo dell’intera collettività.

Interpreti

Coro Collegium Vocale Salernitano
Orchestra Filarmonica Campana
Soprano, Giusy Luana Lombardi
Baritono, Angelo Corrado
Direttore, Giulio Marazia
Direttore del Coro, Ivan Antonio

Programma:

Sinfonia n. 29 in la maggiore, K 201.
Non più andrai farfallone amoroso (da “Le Nozze di Figaro”), Angelo Corrado
Voi che sapete (da “Le Nozze di Figaro”), Giusy Luana Lombardi
Non siate ritrosi (da “Così fan tutte”), Angelo Corrado
La ci darem la mano (dal “Don Giovanni”), Angelo Corrado, Giusy Luana Lombardi
Divertimento in re maggiore, K136
Laudate Dominum (Vesperae Solemne De Confessore), GIusy Luana Lombardi
Ave verum corpus, mottetto K 618

Osservare, anche se ad una distanza non molto ravvicinata, come nel nostro caso, l’arte musicale di Wolfgang Amadeus Mozart, significa riassumere il cammino della musica del diciottesimo secolo. Mozart, infatti, è stato un inesauribile assimilatore di tutte le mode e gli stili, dai compositori più celebri fino ai più sconosciuti. Ogni genere musicale viene trasfigurato in una nuova sintesi. La Sinfonia n. 29 in la maggiore K 201 mostra caratteri quasi programmatici, con una conciliazione inedita dello stile “dotto” (contrappuntistico) con quello “galante”. L’ambientazione del primo movimento caratterizzato dalla particolare tornitura della frase, con il salto di ottava e le appoggiature, le imitazioni al basso, la veste timbrica intimistica, la preziosità cameristica della cura del dettaglio, rappresentano una nuova conquista espressiva per il compositore. Anche l’Andante, con gli archi in sordina e il Minuetto, segnato da netti contrasti dinamici, mostrano una partecipazione che esorbita dai limiti degli stilemi consueti per tali movimenti. Il Finale presenta un “chiassoso” tema da Sinfonia italiana; ma la sezione di sviluppo è di estensione insolita e viene condotta attraverso implicazioni quasi drammatiche, secondo un tratto tipico dell’autore maturo. L’incontro di “Amadeus” con il librettista Lorenzo Da Ponte genera la cosidetta trilogia italiana, composta da “Le nozze di Figaro” (1786), “Don Giovanni” (1787) e “Così fan tutte” (1790), considerata tra i massimi capolavori della storia della lirica. In queste tre partiture tutto sembra procedere secondo le più rispettose regole del tempo ma, ad un più attento esame, questi schemi vengono superati, trascesi dalla necessità di far procedere il dramma che, il compositore salisburghese, nasconde anche nel carattere dei suoi personaggi e che scaturisce dal ministero esistenziale del rapporto dell’uomo con se stesso. Lo stile sacro dell’ultimo Mozart (Ave verum corpus e Laudate Dominum) è ispirato alle riforme imposte dall’imperatore Giuseppe II, per le quali la musica sacra doveva essere sobria e di facile comprensione. Così il mottetto K. 618 si riallaccia alla grande tradizione italiana del mottetto polifonico, ma con una disadorna semplicità espressiva. Troviamo nelle appena 46 battute di questo piccolo e preziosissimo gioiello, una scrittura corale omofonica e attentissima al significato della parola, una ricerca di timbri tersi e delicatamente sommessi.