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Ospedale Sarno, le accuse dei sanitari: “Basta promesse dai politici qui c’è bisogno di personale”

Gli operatori sanitari del Martiri del Villa Malta lanciano l’allarme

«Non abbiamo bisogno delle promesse della politica, ma di personale in ospedale». Sono gli operatori sanitari del Martiri del Villa Malta a lanciare un ulteriore allarme dall’interno del nosocomio ormai in ginocchio per la grave carenza di personale. Il caso dell’ospedale di Sarno sembra essere il più emblematico della crisi che vive l’Asl di Salerno. Tra reparti depotenziati, l’ortopedia chiusa e che ormai non può garantire ricoveri ed interventi chirurgici, altre divisioni a rischio, ed il pronto soccorso in balia dell’emergenza si è al limite. E c’è in piedi ancora la soluzione tampone per garantire il supporto ai medici di pronto soccorso con i colleghi di reparto, che di fatto duranti i turni in emergenza lasciano sguarnite le proprie divisioni. Quella che doveva essere una soluzione temporanea si è trasformata in una criticità ulteriore non riuscendo più a venirne fuori. E quello che accade tra i corridoi dell’ospedale ne parlano gli operatori.

E Ciro Palumbo, operatore sanitario e sindacalista delegato Cisl traccia le linee delle urgenze, le priorità e della necessità di avere subito medici in pronto soccorso. «Purtroppo abbiamo visto che molte specialità, medici soprattutto, sono andate via per motivi di carico di lavoro, in particolare al pronto soccorso.
Ad oggi abbiamo unicamente 3 unità che svolgono attività fissa di emergenza, gli altri medici arrivano dai reparti. Questo mette a dura prova tutti. Ci sono serie difficoltà anche nell’organizzazione dei turni perché le unità sono sempre di meno. Quella che è nata come soluzione tampone in emergenza, con i medici di reparto a tamponare la carenza di personale in pronto soccorso, si è protratta nel tempo ed ha causato il collasso anche delle divisione, come si è visto, fino alla chiusura di ortopedia. Riusciamo a dialogare con i vertici, ma la sanità è delegata a livello regionale, le scelte vengono fatte lì.

Noi attendiamo risposte dalla Regione, con l’immissione in servizio di personale medico ed infermieristico. Abbiamo anche la necessità che la politica capisca da vicino cosa significhi lavorare in trincea, vorremmo che si interloquisse con noi operatori per capire le esigenze reali. Un ospedale che serve un comprensorio molto vasto e complesso, non può essere depotenziato, anzi, ha bisogno di ulteriori risposte territoriali».

E Palumbo ha analizzato anche la visione della politica sulla sanità. «La politica delle volte aiuta, ma in questo caso non ha aiutato. Sono state fatte delle promesse tempo fa e non vi è stato alcun risultato né certezza». Intanto per l’emergenza ospedale, il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, ha chiamato a raccolta tutti i primi cittadini dell’agro sarnese nocerino ed anche dei paesi del vesuviano, serviti dal nosocomio di via Sarno Striano. 

L’obiettivo è fare fonte comune con un ospedale che già serve un bacino di utenza importante, che conta oltre 50 mila accessi l’anno in pronto soccorso

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