“Vivo il mio sogno ogni giorno ed in ogni nota” . Le note sono quelle del pianoforte, tra i tasti bianchi e neri che ricamano melodie ad ogni tocco; le percussioni di una batteria tra ritmi incalzanti con vibrazioni che riproducono l’eco anche tra le pieghe delle mani. I giorni sono quelli trascorsi in diverse parti d’Italia, raggiunte anche in autostop. Manù Squillante, 25 anni, parla del suo sogno quello al quale è aggrappato con in spalla pianoforte e batteria, e del suo album carico di caparbietà, sacrifici ed una combinazione intensa di ritmi, dove si riconoscono contaminazioni tra la potenza e l’energia di Tullio De Piscopo e l’intensità, a volte anche inquieta, dei cantatori italiani e napoletani. Giovanissimo, passione e studio, tanti obiettivi ed una miriade di nuovi progetti. “Dopo tanto pedalare ho deciso di fermarmi, almeno per un attimo, e lo farò”. Si racconta così Manù, a pochi giorni dalla presentazione del suo nuovo disco: “In sella alla mia Gilda”. L’appuntamento è questa sera, al Centro Sociale di Sarno, alle ore 20:30 insieme alla Social Band con Claudio Turner, Paolo Gravina, Genny Grimaldi, Cristian Rago, Ludovica Squillante, Manuela Carusone. La copertina dell’album è un mix di elementi a corredo della protagonista: Gilda, la bicicletta. Intorno, la clessidra a segnare il tempo che scorre, il cuore al posto del fanalino anteriore come luce per percorrere la strada, un telescopio in un angolo per guardare lontano, la bussola per non perdere l’orientamento. “Gilda è la mia bicicletta – dice Manù, seduto nel suo studio di registrazione tra tante foto in cui si scorgono, tra gli altri, Pino Daniele, Lucio Dalla – Per me è il mezzo per poter scappare dall’essere adulti in maniera rigida. E’ la spontaneità insieme alla semplicità per ritornare un po’ bambino. L’album rappresenta il cambiamento, porta in sé lo sguardo nuovo che il mio animo ha dato a più elementi. All’amore, come ritorno ad un sentimento naturale che può avere in sé la sofferenza; alla verità anche in forma di libertà; alla paura vista come amica, incoraggiamento, da scavalcare ma non superare. Io nasco legato particolarmente al Jazz, ma sono forti e vive le influenze date dalla parte cantautorale napoletana ed italiana. Luigi Tenco, Pino Daniele, De Gregori sono stati per me i migliori maestri. Suoni, ritmi e sentimenti che si ritrovano nell’album. Dodici tracce che sento parte del mio vissuto. Sono particolarmente legato alla canzone “Semplice e Fragile” perché mi ha dato una forte consapevolezza del potere sella semplicità unito alle fragilità di ciascuno di noi che sono, spesso, risorse ed opportunità per crescere”. Sulla dedica all’album non ha dubbi: “Alla mia terra, alle persone che hanno reso possibile questo lavoro, ed a Lei per sempre”. Una “Lei” che resta sospesa a mezz’aria nel vortice delle sue note.