Aveva passamontagna e cacciaviti, l’investitore è in condizioni disperate
In fuga a piedi in autostrada, una corsa forsennata e muore travolto da un’auto. Molto probabilmente l’uomo, pochi minuti prima, aveva tentato un furto in una abitazione. Ritrovato, infatti, senza vita con un passamontagna sul volto, dei guanti neri e due cacciavite. E lotta tra la vita e la morte il conducente dell’auto.
Un epilogo tragico di una storia che ha ancora tante ombre e punti interrogativi da sciogliere. Saranno le indagini a chiarire quanto accaduto giovedì notte sull’autostrada A30 nell’area compresa tra San Valentino Torio e Sarno.
Da una prima ricostruzione dei fatti l’uomo, A. K., 36 anni, di origini albanesi, sarebbe arrivato sulla carreggiata scavalcando un guardrail imboccando rapidamente l’autostrada. Una corsa disperata finita con l’impatto terribile contro un’auto, una Mercedes, che sopraggiungeva.
L’uomo, sbalzato diversi metri oltre il punto di impatto con il veicolo, è morto sul colpo. Un arto tranciato di netto a causa della violenza del contatto con l’auto, è stato ritrovato a quasi un chilometro dal corpo. Sul posto sono arrivate due ambulanze del 118, gli uomini della polizia stradale, i tecnici addetti alle autostrade, i vigili del fuoco del distaccamento di Sarno.
Per il 36enne non si è potuto fare altro che constatarne il decesso. Il corpo si trova ora all’obitorio dell’ospedale Martiri del Villa Malta di Sarno in attesa della decisione circa l’esame autoptico. In gravissime condizioni l’uomo al volante che probabilmente, stando ai primi rilievi sul posto, ha tentato disperatamente di frenare ed evitare la sagoma, spuntata dal nulla ed avvolta dal buio, che si è ritrovato improvvisamente davanti mentre percorreva la A30.
Si tratta di un 66enne di Padova, T.M, che ha riportato un politrauma con emorragia cerebrale. Trasportato all’Umberto I di Nocera Inferiore si trova in rianimazione e le sue condizioni sono disperate. Dalle prime risultanze si sta ricostruendo l’ipotesi più accreditata, tra l’altro anche fortemente avallata da evidenze ed elementi chiari. Il 36enne, già noto alle forze dell’ordine per diversi precedenti, aveva il volto coperto da un passamontagna, dei guanti neri, stringeva ancora tra le mani dei cacciavite ed aveva nel giubbotto un arnese di quelli utilizzati per scardinare e forzare porte blindate.
L’uomo potrebbe essere il componente di una banda di malviventi che avrebbe tentato di mettere a segno un furto nella zona di Casatori, frazione di San Valentino Torio che da settimane è nella morsa dei ladri. Due in particolare visti aggirarsi in zona, proprio giovedì sera, secondo indiscrezioni, sorpresi poi dai residenti si sarebbe dati alla fuga. Pare che uno si sia diretto verso le campagne ed un altro verso l’autostrada che potrebbe essere l’uomo investito.
Le indagini dei carabinieri sono serratissime per cercare di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e per avere anche traccia circa il tentativo di furto, perché al momento non vi sarebbe alcuna denuncia in merito. Intanto, dinanzi al grave episodio, i riflettori si sono accesi sulla sicurezza ed il controllo del territorio. E sono tanti i cittadini, anche attraverso le piattaforme social, a proporre le ronde.
Il Sindaco di San Valentino Torio Michele Strianese
Sulla vicenda è intervenuto il sindaco Michele Strianese. «Dalle notizie che abbiamo si lavora sull’ipotesi che l’uomo investito possa aver tentato un furto in una abitazione. Almeno da alcune testimonianze. I carabinieri stanno facendo un ottimo lavoro di indagine insieme alla polizia stradale. Noi abbiamo intensificato i controlli dopo diversi episodi che in realtà riguardano tutto l’Agro.
A Casatori si concentrano questi fenomeni perché, probabilmente, i malviventi che si muovono sui nostri territori hanno una vera e propria tecnica, scelgono zone di confine in cui sia accessibile, attraverso stradine buie e scarpate, l’autostrada che è come base logistica per arrivare, assaltare le case e poi scappare. Potenzieremo ulteriormente i controlli, abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine, nello stato, abbiamo certamente bisogno di più uomini e mezzi, ma che nessuno pensi mai di farsi giustizia da solo».