“Un sistema liberal democratico non manda la poliza in casa a controllare cosa stanno facendo nelle abitazioni a meno che non ci sia una flagranza di reato. Non entriamo nelle case. Il divieto, quando avrete la bontà di leggere il decreto, è stato concepito come limite alla circolazione”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte. “Siamo in zona rossa, interveniamo con un inasprimento, si esce con l’ autocertificazione in tutti questi giorni di festività. Allora per compensare introduciamo un piccolo contemperamento: chi circola per strada dichiarerà dove va, se va in un’abitazione si potrà verificare dopo”, ha aggiunto.
“Non c’è nessun dogma, nessun paletto, dobbiamo tutti cercare di essere disponibili a questo confronto”, ha insistito. Alla fine per le festività è prevalsa la linea del rigore per evitare che i raduni familiari e con amici favoriscano una terza ondata a gennaio e febbraio. Nei giorni da zona rossa saranno chiusi i “centri estetici, bar e ristoranti. Saranno invece aperti supermercati, negozi di alimentari, di prima necessita’, farmacie e parafarmacie, parrucchieri e barbieri”, ha spiegato Conte.
L’unica deroga per pranzi e cene delle feste nei giorni in rosso è la possibilità di ospitare due commensali non conviventi, oltre ai minori di 14 anni, che potranno spostarsi anche con i divieti per raggiungere nelle abitazioni private familiari e parenti più stretti. Ma questo “una sola volta al giorno” e “verso una sola abitazione”, ovviamente nella stessa regione. Nel provvedimento c’ e’ anche la deroga per i piccoli comuni: ci si potra’ spostare da quelli sotto i 5mila abitanti, ma ad una distanza massima di 30 chilometri e comunque non per andare nei capoluoghi di provincia. Il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio l’ Italia sarà invece tutto in zona arancione: ci si potrà spostare liberamente all’ interno dei comuni e i negozi saranno aperti.
Per i bar e ristoranti se ne riparla invece il 7 gennaio. Infine la scuola: “La pandemia ci sta insegnando, tra le lezioni, che dobbiamo mantenerci sempre pronti a intervenire”, ha sottolineato Conte, “abbiamo programmato al momento un recupero della didattica in presenza al 7 gennaio”. “Nel corso del Cdm c’è stata una pausa durante la quale i ministri Azzolina, Boccia, e De Micheli mi hanno informato che i tavoli presso i prefetti stanno funzionando molto bene, con sinergia. Questo ci da’ maggiore fiducia per la ripresa in presenza a gennaio”, ha concluso.