Canaloni con barriere aperte e pericolose, rischio per i bambini ed è rivolta dei residenti di via Pedagnali. Richiesta da tempo la recinzione, ma pare ci sia un problema di competenze. Intanto il rischio è incombente. “Aspettano che qualcuno si faccia male?”. E’ il grido soprattutto delle mamme che sono sul piede di guerra dopo le numerose segnalazioni cadute nel vuoto e la richiesta rimasta inevasa di installazione di una rete di sicurezza per proteggere chiunque si trovi a transitare sulla strada. La barriera che delimita il canalone delle opere post frana è una inferriata con enormi spazi tra l’una e l’altra barra con grave rischio per i bambini che si trovano ad attraversa la via.
Il canalone per il deflusso delle acque reflue che porta direttamente alla vasca di contenimento, opere che in caso di smottamento servono a contenere fango e detriti, ha una profondità di diversi metri, un precipizio che rimane non ben controllato. Da mesi i genitori residenti della zona hanno richiesto un sopralluogo ed il posizionamento di palizzate più efficienti, a trame più fitte che potrebbero garantire maggiore tranquillità. “Purtroppo, nonostante le segnalazioni, nessuno è intervenuto – ha spiegato Maria Milone – Per me. quando passo con i miei nipotini, è un incubo. Li tengo stretti temendo che qualcuno possa sfuggire al controllo e cadere nel canalone. L’inferriata non è adeguata, i bambini potrebbero finirci dentro. E’ un rischio sotto gli occhi di tutti”. Per ora nulla di fatto e qualcuno sta già pensando di procedere in autonomia piazzando una rete metallica a proteggere i pedoni. “E’ un comune interesse, mica solo di noi residenti – ha spiegato una giovane mamma – A questo canalone di fatto manca la recinzione adattata e conforme. Si trova a bordo marciapiede, anche inciampando si rischia di finirci dentro. Tra l’altro chiediamo un intervento non dispendioso, ma di responsabilità. I cittadini non possono metterla perché giustamente non autorizzati, incorrerebbero anche in sanzioni, ma qualcuno deve intervenire. Qui si mette a rischio la vita dei bambini. Foto Archivio SarnoNotizie