Arrestato minorenne piromane. E’ ritenuto responsabile dell’incendio del Saretto, perché “volontariamente e ripetutamente ha appiccato il fuoco a delle sterpaglie con un accendino, fino a quando le fiamme non sono divenute tragicamente incontrollabili”.
Ha 16 anni, aveva chiesto scusa parlando di “un gioco finito male”, G.B., queste le iniziali è l’autore del devastante incendio dello scorso settembre che ha devastato il monte Saretto. Il giovane si trovava già in una comunità da alcune settimane perché era stato sorpreso a spacciare marijuana. Una storia intricata ed una vicenda dai contorni drammatici quella del gruppo di giovanissimi coinvolti, con ruoli diversi, nel rogo che aveva portato all’evacuazione di oltre duecento persone lasciando dietro un grave rischio idrogeologico. Il 16enne è stato ritenuto, anche su sua stessa ammissione, l’autore materiale dell’incendio. Un accendino e delle sterpaglie ammucchiate all’origine della devastazione del monte.
“Un gioco. Uno scherzo ad un amico per farlo spaventare. Avevamo visto l’elicottero dei vigili del fuoco mentre spegneva un incendio poco lontano”. Così il 16enne aveva spiegato quanto accaduto sul versante mentre era in compagnia dei suoi amici. Nella mattinata di ieri i carabinieri di Nocera Inferiore nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura dei Minori di Salerno relative all’incendio hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in istituto per minori, emesso dal Gip presso il Tribunale di Salerno. L’ordinanza cautelare è stata emessa in seguito ad una intensa e complessa attività investigativa svolta inizialmente dai militari dell’Arma di Sarno , agli ordini del comandante Toni Vitale, e, poi, sviluppata dai carabinieri di Nocera Inferiore sotto la direzione della Procura per i minorenni salernitana. Le indagini avevano subito seguito una pista ben definita grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza attraverso le quali si era riusciti in poche ore a ricostruire tutti i movimenti della gang, identificando tutti i sei ragazzi.
Ai fotogrammi si erano poi unite le testimonianze di due persone residenti nella zona a ridosso della casa comunale, l’area del primo focolaio. Le indagini hanno pure evidenziato come il giovane arrestato avesse l’abitudine di ”scherzare con il fuoco” anche in presenza degli amici, incurante delle possibili conseguenze. Un vero e proprio disastro ambientale quello del Saretto.
I carabinieri hanno documentato che la condotta del 16enne ha portato a “Notevoli ripercussioni sull’ecosistema, essendo andati distrutti circa 20 ettari di rimboschimento e 5 ettari di macchia mediterranea, la cui ricostituzione risulta particolarmente onerosa e conseguibile esclusivamente attraverso interventi eccezionali; l’offesa alla pubblica incolumità”. Gli esperti dei Carabinieri della Forestale hanno stimato che per ripristinare lo stato dei luoghi e per provvedere al rimboschimento delle aree colpite sarà necessario un periodo superiore a 20 anni.