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I dimissionari si dileguano

Il Prefetto ha rigettato le  firme di dimissioni ed i 16 consiglieri ora tentennano perché potrebbero saltare le elezioni di maggio. Che fine hanno fatto i ribelli dell’aula consiliare? Avrebbero potuto ripresentare subito il documento di dimissioni, seguendo stavolta la procedura prevista. Basterebbe andare tutti all’ufficio protocollo al secondo piano di palazzo san Francesco, poco distante da quell’aula consiliare che lunedì scorso è stata scenario della rivolta contro Mancusi espletata attraverso le dimissioni di massa. Eppure non è stato ancora fatto.

Si vocifera non siano più 16 i consiglieri pronti ad andare via e, di riflesso, a ridurre i giorni del mandato del sindaco. Pare che qualcuno abbia già fatto più di un passo indietro. Un ripensamento che porterebbe tutti di nuovo in aula. Il dubbio sulla possibilità che i consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione possano trovare nuovamente un accordo e presentarsi compatti sull’atto, a distanza di tre giorni, è stato immediatamente sollevato dal consigliere Roberto Robustelli, esponente del Pd. “Le nostre firme erano e saranno tre, bisogna vedere gli altri cosa faranno, se ci saranno le altre 13 firme che c’erano”. Un interrogativo al quale sembra rispondere già il tempo. Ieri nessuno si è presentato a rassegnare le proprie dimissioni, ancora nessuna riunione per decidere il da farsi e l’atrio della casa comunale è diventato luogo di sosta e confronto di diversi consiglieri, firmatari e non. Il Prefetto è stato chiaro, stabilendo che di fatto le dimissioni non sono valide, la procedura è viziata, l’atto non ha alcuna efficacia in assenza dei requisiti di forma e di sostanza richiesti dall’articolo 38 del Tuoel.

La comunicazione di “rigetto” ha anche però aperto la strada alla regolare procedura. Gerarda Maria Pantalone nella nota ha chiarito “gli atti dimissori debbano essere inoltrati personalmente al protocollo dell’ente, nell’ordine temporale di presentazione, ovvero per il tramite di persona delegata con atto autenticato. Solo in tal caso essi diventano efficaci, irrevocabili e non necessitano di presa d’atto”. Un procedimento che per ora non è stato avviato. Alla base dell’esitazione potrebbe esserci il timore di far saltare la tornata elettorale alle porte. Con le dimissioni della maggioranza di consiglieri a determinare lo scioglimento anticipato del consiglio comunale si potrebbe configurare l’ipotesi di saltare il voto di maggio ed andare alle elezioni direttamente nel 2015. Un dato che andrebbe certamente a scompaginare le attuali alleanze create, e si potrebbe compromettere quanto finora fatto. Addirittura potrebbe non essere confermato qualche attuale candidato a sindaco. Per ora i sovvertitori non si esprimono, ma attendono. A firmare le dimissioni erano stati i consiglieri Giuseppe Agovino, Aniello Giordano, Bruno Liguori, Giuseppe Esposito, Ferdinando Adiletta, Umberto Robustelli, Enrico Stingo, Antonio Orza, Mauro Robustelli, Raffaele Franco, Roberto Robustelli, Antonio Russo,  Massimiliano Tresca, Mannara Maurizio, Pasquale Falciano ed Enrico Squillante. Rossella Liguori

 

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