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Frana – L’avvocato Carrella: “In arrivo risarcimenti milionari”

I trentamila euro sono solo un acconto, perché in arrivo ci sono centinaia di risarcimenti milionari per i parenti della vittime della frana del 5 maggio 1998. La somma classificata come pretium doloris è una provvisionale.  All’avvocatura dello stato sono già depositati tutti gli incartamenti per risarcimenti di danno morale, danno economico e danno da chance a più zeri. Tutti contro il Comune di Sarno, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Interni. Il giorno dopo la liquidazione dei familiari delle vittime costituitisi parte civile, è  corsa ai legali. Sono in tanti a voler oggi far valere il proprio danno morale. Molti parenti all’atto della processo non si sono costituiti né contro il Comune né contro lo Stato. E l’avvocato frena. “I tempi non lo consentono più per chi non ha interrotto la prescrizione”. A spiegare le dinamiche dell’intero processo e che ha visto imputato e condannato l’ex sindaco Gerardo Basile ed i risarcimenti con i procedimenti sia penali che civili per le vittime e per i familiari, sono  l’avvocato penalista Antonio Carrella e l’avvocato civilista Giuseppe Mauriello. Nelle mani oltre settanta pratiche già arrivate in aula di consiglio comunale e rivelano. “Ci sono altre cento persone che hanno interrotto la prescrizione ed andranno ad aggiungersi alle 156 ”. Da una prima stima ci sono 120 interruzioni della prescrizione, perché si configura un fatto illecito civile ed un fatto illecito penale,  e dunque altre 120 familiari delle vittime che andranno risarciti dal Comune o dal Governo. “Abbiamo avviato azioni prima del termine di prescrizione – spiega Carrella – con messa in mora. Oltre questo sono già in corso azioni milionarie”. Dopo la sentenza definitiva di condanna dell’ex sindaco, del 20 dicembre 2011, l’ente avrebbe già dovuto mettere in atto le azioni di risarcimento delle parti civili, cosa che però non avvenne. Anzi, fece resistenza nominando dei legali e portando avanti per oltre tre anni procedimenti giudiziari per evitare il risarcimento. Ed ggi paga non solo le vittime ma anche gli interessi. “Noi abbiamo avviato dei pignoramenti al Monte Paschi di Siena, – continua l’avvocato delle parti civili – dove il Comune ha i soldi, rendendo esecutive le sentenze. Il giudice civile ha quindi condannato il comune a pagare non solo le vittime ma anche le spese”.  Un iter lungo e complesso, iniziato 17 anni fa. Trafile e procedure avviate tra tribunali civili e penali, tra il palazzo di giustizia di Nocera Inferiore e quello di Roma. Battaglie legali costosissime per passare dai giudici penali a quelli civili con la messa in esecuzione della sentenza. “Il Comune non ha pagato spontaneamente, anzi si è opposto più volte a sentenze che sistematicamente lo condannavano. Alla fine, quando le abbiamo rese esecutive e avviato il pignoramento alla banca, messo alle strette ha dovuto necessariamente accendere un mutuo complessivo per evitare il tracollo finanziario. Un altro ente più vicino ai cittadini non avrebbe aspettato 17 anni. Qui se ne sono infischiati”.  La catastrofe di Sarno dimostra ancora una volta che gli interventi  post evento, i risarcimenti, costano più delle opere per prevenire i disastri ambientali. Le emergenze italiane costano allo Stato oltre un miliardo di euro l’anno, questo negli ultimi 20 anni e le vittime nello stesso periodo sono state più di 100 mila con danni superiori ai 25 miliardi. Sarno rappresenta una delle peggiori tragedie dell’ultimo ventennio. Solo i danni materiali ed ambientali tra Sarno e Quindici sono quantificati in 550 milioni di euro.

Rossella Liguori

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