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Frana – Emendamento beffa? Il Comune si salva, i familiari delle vittime rischiano i risarcimenti

Ci saranno figli cui non verrà risarcita la perdita del genitore, ci saranno persone cui quasi certamente non sarà riconosciuta la morte del fratello o della sorella. Si rischia che qualcuno debba anche restituire il risarcimento allo Stato.

I risarcimenti dello Stato ai familiari delle vittime della frana rischiano di mettere, addirittura, più di un sopravvissuto nella condizione di dover egli stesso pagare il Governo. Nonostante le perdite, i lutti, la drammaticità e le difficoltà. Nonostante una sentenza di colpevolezza e di condanna. A dispetto di centinaia di cause e di costituzioni parte civile. Scoppia il caso e sotto accusa ci finisce l’emendamento approvato dalla commissione bilancio della Camera dei deputati, attraverso il quale lo Stato si accollerà le spese sollevando il Comune dagli oneri economici che rischiano di portarlo al dissesto finanziario. Emendamento dubbio? Ne sono convinti i legali di numerosi familiari che si sono costituiti parte civile nel processo e sono pronti a dare battaglia perché non vada avanti. Gli interrogativi sono tanti; secondo quanto rilevato da alcuni avvocati ci sarà chi probabilmente dovrà restituire l’acconto già avuto per il familiare morto nell’evento franoso del 5 maggio 1998, dunque i 30 mila euro anticipati dal Comune; ci saranno figli cui non verrà risarcita la perdita del genitore, perché nel 1998 non era a carico del genitore morto; ci saranno persone cui quasi certamente non sarà riconosciuta, in termini di indennizzo, la morte del fratello o della sorella.   All’avvocatura dello Stato sono depositati da tempo tutti gli incartamenti per risarcimenti di danno morale, danno economico e danno da chance a più zeri, contro il Comune di Sarno, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Interni. L’emendamento alla Finanziaria 2016, che ora aspetta l’ok in aula, rischia di sovvertire tutto e di non risarcire affatto. Su oltre 200 alluvionati costituitisi parte civile, più della metà potrebbe  non essere riconosciuta. E sono mamme, papà, nipoti, fratelli e sorelle. Cadrebbero, così, il pretium doloris, il danno da perdita di chance, il danno economico. Perché, di fatto, non verranno risarciti tutti i familiari delle perdite subite da una catastrofe che è stata giudicata evitabile con tanto di condanna. Se ad esempio, come un caso realmente esistente, nell’evento del ‘98 una persona si è vista strappare i genitori, il fratello, i nonni e gli zii, lo Stato gli dovrebbe risarcire solo la morte dei genitori. Forse quella del fratello. Perché gli altri familiari non rientrano nell’emendamento e quindi, di fatto, non hanno alcun valore di risarcimento. Si è anche deciso il costo delle vittime, fissandolo a 100 mila euro. Non valutando dettagliatamente le condizioni individuali. Nelle richieste di pagamento ci sono infatti delle differenze sostanziali da persona a persona, da vittima a vittima. Si è valutato l’età, il lavoro, la condizione familiare. C’è chi nel 1998 rappresentava il reddito della famiglia, e quindi oltre al pretium doloris vi è anche il danno economico. Ogni caso è a sé. Eppure lo Stato, invece, ha accomunato tutti. Con 15 milioni per le vittime e 2 milioni per il Comune liquida tutti allo stesso modo. I conti sono presto fatti e sono ricchi di sottrazioni. Dai 100 mila euro, vanno sottratti 80 milioni di lire elargiti intorno all’anno 2000,  quindi 40 mila euro, vanno ancora sottratti i 30 mila euro dell’acconto. Di fatto si arriva a non più di 30 mila euro lordi. In più, i familiari non riconosciti nell’emendamento passato in commissione dovrebbero anche restituire quanto preso. Dunque, ci sono sopravvissuti della frana che sembrerebbero essere in debito con lo Stato. Nell’emendamento si legge che: “Le elargizioni spettanti ai familiari delle vittime sono assegnate e corrisposte secondo il seguente ordine: al coniuge superstite ed ai figli se a carico, ai figli in mancanza del coniuge superstite, ai genitori, ai fratelli e sorelle se conviventi a carico, ai conviventi a carico negli ultimi tre anni precedenti l’evento, al convivente more uxorio”. Si legge: “Al Capo del dipartimento della Protezione Civile è assegnata la somma di 7,5 milioni di euro per ciascun anno 2016 e 2017 per speciali elargizioni in favore dei familiari delle vittime dell’alluvione del 5 maggio 1998, a totale indennizzo della responsabilità civile a carico del Comune dello Stato e del Comune di Sarno”.  Stanno già preparando un documento gli avvocati delle parti civili: i penalista Antonio Carrella e del civilista Giuseppe Mauriello.

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