Fratelli d’Italia accusa e Canfora di difende
«Non smetterò di lottare. Sono una vittima della giustizia italiana condannato per un reato fantasioso». Così Giuseppe Canfora, il sindaco sul quale è caduta la scure della decadenza per effetto della Severino. Canfora ne ha per tutti, e sulle accuse degli esponenti di Fratelli d’Italia, che lo hanno definito un pregiudicato, è durissimo.
«Provo pietà per coloro che utilizzano questa parola perché sanno bene di farlo in maniera strumentale per colpire l’uomo. Sanno bene che la condanna è su un reato fantasioso, non sono un truffatore, non sono un faccendiere, ma una persona normale e perbene. Rimane il grande problema della giustizia in Italia. Protesto contro una giustizia non giusta. Le sentenze vanno rispettate ma io devo difendermi. Continuerò a lottare, sono un uomo abituato a lottare per le cose giuste, lo faccio da una vita. E non ho paura».
Si attende ora il consiglio comunale del 12 ottobre, quando il parlamentino prenderà atto della decadenza in seguito alla comunicazione della Prefettura. Non si esclude che Canfora possa impugnare l’atto dell’assise. I fatti della condanna risalgono a quando era Presidente della Provincia di Salerno. Una inchiesta complessa partita nel 2013 è fatta di sentenze e appelli, fino alla Corte di Cassazione.