Una vera e propria tratta di animali provenienti dai Paesi dell’Est Europa. Cuccioli di cane di diverse razze sprovvisti di documenti sanitari e tracciabilità, pronti ad essere smistati in allevamenti dell’agro sarnese nocerino. Mancano all’appello 83 cagnolini che risultano all’anagrafe canina, ma non si trovano. Probabilmente sono stati già ceduti illegalmente senza alcun documento. Tre denunciati e si cercano altri allevatori coinvolti nel mercato nero. Sono stati denunciati tre sarnesi che dovranno rispondere di abbandono di animali, diffusione di malattia, false dichiarazioni e violazioni alle norme in materia fiscale e tributaria. Il blitz del Corpo forestale dello Stato di Sarno in collaborazione con il reparto veterinario dell’Asl ha portato alla scoperta di un traffico illecito che andava avanti da tempo. Gli agenti hanno condotto accertamenti sulla speculazione ed il commercio di cuccioli di cane provenienti dall’est Europa. Le indagini hanno consentito di rintracciare ben 18 cuccioli provenienti dall’Ungheria, importati da un’azienda del casertano e rivenduti ad allevatori di Sarno. I cagnolini facevano parte di un carico testato a campione presso l’importatore e sospettato di scarsa immunizzazione nei confronti del virus della rabbia, con possibile diffusione di malattia infettiva.
In particolare è stato accertato che tre allevatori sarnesi, dopo averli acquistati, si erano presto disfatti degli animali, senza alcuna tracciabilità documentale, sottraendoli ai dovuti controlli sanitari mirati alla titolazione anticorpale nei confronti del virus della rabbia. Dalle successive verifiche avviate all’anagrafe canina sono venuti fuori altri 83 cani in possesso degli allevatori denunciati, ma dei cuccioli non vi è traccia. Con ogni probabilità i tre sarnesi se ne sono già disfatti cedendoli in una compravendita illecita sempre senza alcuna documentazione e controllo sanitario come da legge. Il traffico di animali provenienti dall’est europeo è un fenomeno illegale in crescita, legato a quelle che vengono definite della vere e proprie “fabbriche di cuccioli” che li cedono sottoprezzo per l’importazione in Italia. Un mercato fiorente che negli ultimi anni ha disegnato un asse di mercato tra Ungheria, Romania, Polonia ed Italia. Quasi sempre si tratta di cuccioli molto piccoli, di appena un mese, allevati in condizioni igieniche precarie, in canili lager che sono stabilimenti per produrre cagnolini. Strappati alle madri ad una età inferiore rispetto a quella prevista dalla legge, vengono poi trasportati in Italia stipati, imballati come merce, in camion anonimi attraverso viaggi lunghissimi, senza mangiare né bere. I piccoli arrivano quasi sempre stremati, deboli, senza difese immunitarie e molte volte sono portatori di malattie debellate da anni in Italia. Almeno quelli che giungono a destinazione ancora vivi. Hanno passaporti contraffatti all’origine, in assenza di profilassi vaccinale, imbottiti di farmaci per coprire le loro reali condizioni di salute. Cagnolini venduti a caro prezzo e, spesso, destinati a morire dopo pochi giorni. L’ultimo caso a Sarno risale a meno di due anni fa, quando nel corso di una operazione condotta dalle forze dell’ordine, insieme al responsabile vigilanza della Leidaa, Antonio Colonna, furono sequestrati 70 cani tra Torino, Sarno, Napoli e Nola.