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Ex Villa Malta: si tenta la cordata per salvarlo

Si tenta la cordata per salvare il vecchio Villa Malta. Pronto il progetto, ma mancano i fondi, l’ex ospedale destinato a rimanere un rudere pericolante? Per adesso sembrerebbe proprio di sì. Il sindaco cerca la soluzione in una “cordata” tra enti pubblici e privati. “Speriamo venga stanziata la cifra. Pensiamo anche ad un progetto in partenariato. – ha spiegato Giuseppe Canfora – Solo mettendo insieme pubblico e privato possiamo trovare fondi”. L’indirizzo da seguire vede per il momento insieme Asl, comune, coltivatori diretti, confindustria e camera di commercio. Non è escluso si possa pensare ad allargare il campo. Lo scheletro di ciò che resta del vecchio ospedale, travolto dalla frana del 5 maggio 1998, svetta tra i comparti della ricostruzione in attesa di un intervento globale di ristrutturazione e ripristino da ben 18 anni. Poche settimane fa la presentazione di un piano di lavoro ambizioso. La struttura di due piani dovrebbe accogliere un museo che possa ripercorrere le tappe dell’ evento catastrofico che ha segnato la storia della città. Una esposizione di storie di vita insieme ai racconti dei sopravvissuti, ai fotogrammi della tragedia. L’ex Villa Malta come museo simbolo di ciò che è stato, una porta sulla storia, sulla identità della comunità. Una progettazione complessa se si pensa che gli interventi dovranno interessare certamente la ristrutturazione, ma ancor prima un cambio di destinazione d’uso. Servono somme importanti, milioni di euro da mettere in campo per restituire dignità alla struttura che in una sorta di cessione resterà di proprietà dell’Asl, ma andrà in comodato d’uso novantennale al Comune di Sarno, a patto che quest’ultimo si accolli tutte le spese di progettazione e realizzazione del museo interattivo che avrà valenza sociale, educativa e storiografica. “Un progetto a cui tengo particolarmente – ha spiegato il primo cittadino – Per ora c’è una intesa con l’Asl, ma contiamo su un protocollo di intesa che metta insieme anche coltivatori diretti, confindustria e camera di commercio. Sarà un centro di ricerca e memoria in cui troveranno spazio tutte le vittime e quanto fatto prima, dopo e durante”.

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