«Rispetto le posizioni di tutti ma spero che i sindaci si rendano disponibili», dice il prefetto di Salerno Salvatore Malfi riferendosi alla lettera che il primo cittadino di Pagani ha spedito al suo ufficio per ribadire come i comuni dell’Agro non possono più accogliere migranti sul proprio territorio. Il prefetto, è chiaro, non scende in polemica con il sindaco («Ognuno ha le sue opinioni») ma ribadisce come sia dovere che «Ognuno faccia la propria parte». «In questi giorni – spiega – sto portando avanti alcuni incontri informali con vari sindaci per discutere della problematica e vedere di arrivare a scelte condivise contando sul buon senso». Ovvero? «Più allarghiamo la platea dei comuni disposti ad accogliere queste persone e meglio è. Perché non è detto che alcuni debbano fare sforzi e, diciamo così, soffrire mentre altri si voltano dall’altra parte facendo finta di nulla. È bene, quindi, che tutti si rendano conto – continua – che parcellizzando su un territorio ampio queste persone non c’è il minimo disagio. Legittimo, ripeto, prendere alcune posizioni ma la problematica è dell’intero paese e ognuno deve farsene carico».
Malfi si dice comunque fiducioso «perché nei vari incontri i sindaci, in generale, capiscono e si rendono conto del problema». In mezzo un lavoro fatto negli ultimi due anni e mezzo in cui si sono registrati a Salerno 15 sbarchi con una media di 900 migranti ognuno. Non tutti, è chiaro, rimasti sul territorio provinciale: «Attualmente ve ne sono circa 2mila e credo siamo riusciti a fare un ottimo lavoro. Grazie – continua – all’impegno di ogni singolo funzionario di questi uffici, a cui va la mia gratitudine, che in questi due anni e mezzo si è speso senza sosta». Il prefetto intanto ci tiene a ribadire anche come sinora «non c’è stato alcun problema di tensione sociale o episodi di criminalità che hanno coinvolto le persone sbarcate. E, anzi, in molte realtà sono integrati e rappresentano una ricchezza per la comunità». Malfi è in linea con il collega Mario Morcone, capo del dipartimento Immigrazione del Viminale. «Queste persone, in attesa dei documenti o del riconoscimento dello status di richiedente asilo potrebbe – ragiona – lavorare per la collettività. Chiariamoci, senza compenso ma, come potremmo fare io e lei, tramite un’associazione di volontariato. Servirebbe a tenerli occupati e – aggiunge – formare in loro una cultura del lavoro per aiutarli ad integrarsi. Se hanno i requisiti per rimanere in Italia o in un altro paese Ue gli sarà comunque utile in futuro. Senza contare che sarebbe un ottimo segnale per i cittadini di quel territorio». E il prefetto ne avrebbe di idee: «Guardi mi vengono subito in mente gli orti cittadini. Molti di loro sono bravi agricoltori e magari in attesa potrebbero dedicarsi alla cura di prodotti per la terra da destinare alle famiglie indigenti». In mezzo un problema da risolvere. No, non ci sono previsioni di ondate straordinarie di sbarchi ma le direttive del governo centrale sono quelle di sondare i territori. Prepararli. «Due mesi fa il presidente della Regione ha scritto una lettera a tutti i sindaci – continua Malfi – per sollecitare l’ospitalità e io continuerò a chiedere ogni giorno l’aiuto dei primi cittadini». E pure Salerno fa la sua parte. Anche per sfatare la diceria come il capoluogo sia solo un luogo di breve passaggio. «Questo comune sta facendo ed ha fatto un lavoro straordinario: ha accolto 350 minori e tutt’oggi ve ne sono 200. La maggior parte adolescenti che hanno bisogno di maggiori cure – conclude – rispetto – gli adulti». Ma quanti sono i comuni ospitali? «Pochi rispetto al mio desiderio». Fonte Il Mattino Foto TanoPress