Per la decadenza del sindaco Giuseppe Canfora ora la parola passa al consiglio comunale.
Sarà l’assise a doversi riunire, già stabilito il giorno, il prossimo 12 ottobre, per prendere atto della comunicazione del prefetto, Francesco Russo; l’atto arrivato la scorsa settimana, dopo la condanna con sentenza definitiva per tentata concussione su nomine Asi.
I fatti risalgono a quando Canfora era presidente della Provincia di Salerno; un’inchiesta della Procura salernitana del 2013, segnata da sentenze e ricorsi fino alla Corte di Cassazione e, poi, l’intervento della Prefettura. «Con riferimento alla sentenza di Cassazione del 2 agosto 2023 – si legge nel documento della Prefettura di Salerno – acquisito l’avviso del Ministero dell’Interno, si rappresenta che la condanna comporta la decadenza di diritto». Un sindaco, dunque, finito sotto la scure, a quanto pare, della legge Severino. Il prefetto ha inviato una istanza chiedendo al presidente del consiglio comunale di riunire l’assise per la deroga. Il primo cittadino ha già annunciato una nuova battaglia legale: «Impugnerò l’atto. Sono vittima di una ingiustizia. Il procuratore capo di Cassazione ha scritto un relazione ed ha completamente smantellato l’accusa. Si tratta di una relazione di oltre otto pagine in cui sottolinea che il reato non esiste, l’accusatore è inattendibile, e soprattutto che bisogna rifare il processo in una sede diversa da quella di Salerno.
Siamo davanti ad un fatto: le Procure dicono una cosa, le Corti nel fanno un’altra». E ieri mattina a palazzo San Francesco una conferenza stampa indetta dai capigruppo di maggioranza per chiarire in che modo si intenda andare avanti in questo ultimo scorcio di consiliatura, visto che la città di Sarno andrà al voto tra circa sette mesi. «No al commissariamento che avrebbe significato paralizzare Sarno. Ci sono progetti importanti in itinere. Il sindaco non rassegnando le dimissioni ha dimostrato profondo senso di responsabilità per la città e la comunità intera, nonostante le accuse, le offese e chi voleva a tutti i costi che andasse via». Così la maggioranza di Canfora, seduta tra gli scranni del parlamentino cittadino, mentre il sindaco, visibilmente emozionato, si è accomodato tra il pubblico.
Non si è potuta non notare l’assenza dell’ormai ex vicesindaco, Roberto Robustelli, la cui delega a “numero due” dei vertici politici cittadini è stata trasferita all’assessore Eutilia Viscardi. Le sue «dimissioni immediate ed improrogabili» hanno acceso tanti interrogativi anche sull’assetto politico. «Dovremmo capire da lui cosa sia accaduto e cosa stia pensando – ha sottolineato Maria Frecentese, capogruppo Pd – anche quali siano i motivi veri e profondi di queste dimissioni. Lui è un militante del Pd, e spero che questo non significhi terminare l’attività politica. Credo che possa rientrare, ma certamente sono scelte sue»