Emergenza covid Campania, riattivati i posti di terapia intensiva negli ospedali modulari
«La situazione sta evolvendo, la ricerca avanza, quindi prima o poi arriveremo a una situazione tranquilla, ma oggi siamo di nuovo in una situazione di grave emergenza, siamo nel pieno della quarta ondata».
A dirlo il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel corso della consueta diretta del venerdì. «Dobbiamo cambiare due opinioni che abbiamo coltivato tutti quanti e che hanno determinato qualche elemento di delusione. La prima è che vaccinandoci avremmo risolto il problema: abbiamo verificato sul campo che purtroppo non è così. Non basta la vaccinazione singola perché dopo 5-6 mesi l’effetto protettivo del vaccino diminuisce drasticamente. Ma abbiamo imparato che bisogna fare la seconda e terza dose e probabilmente dovremo fare il vaccino contro il Covid ogni anno come l’antinfluenzale. Sono per avere fiducia, stanno arrivando anche i primi farmaci per una cura efficace dopo che sei stato contagiato, a condizione che siano assunti entro 2-3 giorni da quando si rivelano i sintomi del Covid».
Per questo, aggiunge il governatore, «siamo al punto che, continuando questa crescita di contagio, dovremo chiudere reparti ordinari e riaprire reparti di terapia intensiva. In Campania abbiamo un tasso di occupazione molto basso ma abbiamo dato indicazione ai nostri direttori generali di riattivare i posti di terapia intensiva a cominciare dagli ospedali modulari che abbiamo realizzato, oltre 70 solo all’ospedale del Mare a Napoli, e poi a Caserta e a Salerno. Per la gioia di quelli che ci facevano osservare criticamente che erano vuote. Dobbiamo prepararci e sapere che pagheremo un prezzo, perché se la crescita dei ricoveri continua, prima o poi, dovremo rallentare l’assistenza per altri pazienti per riaprire i reparti Covid».
Ordinanza di Natale
De Luca torna pure sull’ultima ordinanza firmata: «Era il minimo di prudenza e responsabilità necessarie, non è la ghigliottina. L’obiettivo è evitare assembramenti davanti ai bar e ai pub di gente che consuma alcolici, provocando assembramenti.
L’alternativa è la chiusura di tutto. Se perdiamo la testa nella settimana dalla Vigilia di Natale a Capodanno, noi perdiamo tutto quello che abbiamo fatto in questi mesi, e ci ritroviamo a metà gennaio a dover richiudere i bar e i ristoranti, le attività che comportano assembramenti, i negozi, le palestre, i cinema, i teatri.
Diventerà inevitabile. Per cui evitiamo impazzimenti a Natale e Capodanno e sfruttiamo l’occasione per riscoprire gli affetti familiari». E ancora: «Quindi nessuna festa di piazza. A Capodanno non è possibile nessuna forma di controllo, cosa controlliamo?
Migliaia di persone senza mascherina, gente che si passa la bottiglia di alcolici?».