Chiuso il portone della Cappella di San Filippo e Giacomo, conosciuta anche come quella del Gesù Morto, i fedeli protestano. «Una vergona in un giorno così importante – dicono – Restiamo a pregare in strada».
Una consuetudine la tappa in via Fabricatore, a Sarno, durante il tradizionale “struscio” del Giovedì Santo per la visita e la preghiera agli altari della reposizione, comunemente detti sepolcri. Decine di persone si sono affollate intorno al portone di ingresso della piccola cappella privata che da decenni rappresenta devozione e fede. Piccola e suggestiva, all’interno una statua del cristo morto, quasi a grandezza naturale, luci soffuse e poche sedie intorno. Una amara sorpresa per i tanti devoti che si ritrovati davanti ad una porta sbarrata proprio nel giorno della tradizione. Rimasti in strada hanno criticato fortemente la scelta del proprietario. «Questa cappella è sempre stata luogo di devozione. – ha spiegato una residente della zona – Non è mai accaduto restasse chiusa. E’ sempre stata allestita per questo giorno ed anche in altre occasioni». I residenti di via Fabricatore e via Laudisio hanno pensato di allestire il tosello almeno all’esterno.