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Blitz al mercato, indagati anche due carabinieri

“Tutto a posto entrambe le cose. Però, una te la spiego da vicino”. Al mercato ittico le soffiate di due carabinieri su eventuali controlli dei Nas ed informazioni riservate su procedimenti penali. Indagati due uomini dell’Arma, incastrati da intercettazioni telefoniche ed ambientali. Addirittura avrebbero messo in atto blitz ad hoc per danneggiare un commerciante su indicazioni di un altro che voleva assicurarsi il monopolio dell’area di via Mecio Cracco. Sono G.G, appuntato scelto dei carabinieri di Salerno presso il Comando Provinciale, e A.D.V. in servizio al Nas di Salerno, finiti nell’inchiesta riguardante il presunto tentativo di estorsione per il controllo dei banchi del pesce che, nell’operazione della Squadra Mobile di Salerno, vede quattro persone finite agli arresti domiciliari: Gianni Mauro, 32 anni, di Capaccio, proprietario di un banco di vendita che, a quanto pare, avrebbe voluto assicurarsi la completa gestione del mercato ittico; Biagio Lammardo, 31 anni di Sala Consilina; Donato Cataldo, detto Renato, e Massimo Squillante rispettivamente di 37 e 46 anni, entrambi residenti a Sarno. Ai quattro sono contestati i reati di tentata estorsione aggravata, detenzione illegale di arma, spari in luogo pubblico ai danni del commerciante Augusto Ferrigno, uscito illeso da un attentato a colpi di fucile mentre percorreva la Litoranea a bordo della sua auto, nel dicembre del 2017.  Tutto il procedimento trae origine proprio dall’atto intimidatorio che vede indagati in concorso tra loro “Gianni Mauro quale mandante, Squillante quale fornitore dell’arma utilizzata da Cataldo e da Lammardo, questi ultimi quali esecutori materiali, perché  esplodevano tre colpi di arma da fuoco con un fucile calibro 12 caricato a pallettoni verso l’auto di Ferrigno. Atti diretti ad indurre l’imprenditore ad interrompere la vendita all’ingrosso del pesce all’interno del mercato ittico di Salerno”. Sarebbero inequivocabili le intercettazioni telefoniche ed ambientali in cui Gianni Mauro per danneggiare Augusto Ferrigno avrebbe organizzato ed ottenuto dai due carabinieri un controllo mirato proprio all’antagonista del mercato ittico. Inoltre, avrebbe avuto informazioni riservate in merito a due suoi procedimenti penali, uno riferito alla denuncia di Ferrigno dell’attentato sulla Litoranea. Nelle intercettazioni sull’utenza telefonica di Mauro, si capisce subito il rapporto di confidenza tra lui ed i due carabinieri al punto da confrontarsi su fatti personali e familiari, salutandosi piuttosto affettuosamente.  Si chiamano “amore” e “bello mio”, ridono mentre ripetono a vicenda la frase: “Poi piovono confetti… e ti vanno le scarpe strette”. Il riferimento sembra essere proprio all’atto intimidatorio con i colpi di fucile contro l’auto di Ferrigno. “E’ di particolare rilievo – si legge nell’ordinanza – la condotta tenuta da Mauro all’indomani della sparatoria. Appreso della denuncia di Ferrigno ed interessato a conoscere i particolari delle dichiarazioni rese dalla vittima, sfruttando il rapporto di amicizia con i due esponenti delle forze dell’ordine, da un lato otteneva informazioni riservate in merito al procedimento e dalle dichiarazioni fornite dalla vittima, dall’altro organizzava un controllo ad hoc a danno degli esercizi commerciali del Ferrigno siti a Capaccio”. Dalle indagini pare che Mauro ottenesse dall’amico appuntato dei carabinieri notizie sullo stato dei suoi procedimenti penali con particolari riferiti alle indagini in corso. Spesso anche con delle difficoltà. “Non sono riuscito ad avere informazioni perché quello che era di turno è nuovo” avvertiva il militare, riferendosi probabilmente al Pm. Dall’amico dei Nas, Mauro otteneva informazioni d’ufficio circa eventuali controlli predisposti dal Comando e l’avallo ad organizzare, su precise indicazioni, verifiche mirate a danneggiare le attività dell’antagonista. “Vedi che forse in settimana andiamo a fare quel servizio” Avvertiva il carabiniere. I due militari, come spiegato dal procuratore della Repubblica facente funzione, Luigi Alberto Cannavale “sono stati trasferiti amministrativamente d’urgenza” perché “fornivano notizie e facevano piaceri alle persone indagate”.

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