Anziana sepolta in casa sotto un cumulo di immondizia e circondata da topi, salvata in extremis. Abbandonata a se stessa, la ottantenne, Michela Odierna, è stata ritrovata nella sua abitazione, un vecchio rudere in via provinciale Amendola, nascosta tra rifiuti di ogni tipo ed intorno vi erano ratti e parassiti in grande quantità. Scheletrica, con piaghe su tutto il corpo, pus misto a sangue sulle ginocchia e sulla schiena, disidratata. A far scattare l’allarme il fatto che l’anziana non ritirasse da almeno tre giorni il cibo che un familiare le metteva fuori dalla porta. Sul posto i vigili del fuoco del distaccamento di Nocera Inferiore allertati da una telefonata degli operatori del 118 che erano già sul posto. I pompieri una volta arrivati al civico 112, nei pressi del casolare, hanno richiesto l’intervento degli uomini della polizia di Stato agli ordini del vicequestore aggiunto Giuseppina Sessa. A coordinare l’operazione il sostituto commissario Francesco Palumbo.
I caschi rossi hanno forzato la porta e si sono ritrovati davanti agli occhi una scena raccapricciante. L’ingresso completamente sbarrato da una montagna di rifiuti, tra cassette di legno, cibo marcito, scatoloni e stracci. Topi in ogni angolo, mosche e zecche sull’immondizia. L’anziana giaceva poco lontano dall’uscio, sommersa dai rifiuti dai quali sbucava solo la testa. Gli uomini intervenuti sul posto, non riuscendo ad entrare dalla porta, si sono dovuti spostare sul lato opposto del casolare entrando da un cunicolo. Facendosi largo tra escrementi umani ed animali, gli operatori hanno dovuto prima spostare almeno due metri di rifiuti per poi tirare fuori l’anziana che era cosciente, ma disorientata. Ricoperta di pochi stracci, sanguinante con piaghe multiple, è stata immediatamente caricata sull’ambulanza e trasportata all’ospedale «Martiri del Villa Malta» di Sarno.
Medici e paramedici del pronto soccorso hanno bloccato temporaneamente tutte le attività ordinarie per mettere in moto la macchina di pronto intervento. La donna è stata portata nella sala di bonifica per essere lavata e disinfettata. Un intervento tempestivo dei camici bianchi che si sono dedicati per ore alla cura della nonnina abbandonata.
«Una situazione raccapricciante, non potrei definirla diversamente». Così a caldo ha affermato Rosalba Ferrante medico del 118 di Sarno. «Siamo stati allertati dalla centrale operativa di Salerno per una donna che da tre giorni non rispondeva ai parenti ed era chiusa in casa. Siamo giunti sul posto pensando ad un malore ed abbiamo temuto di trovare una persona senza vita. Fortunatamente l’abbiamo trovata viva, ma in una condizione terrificante. La donna era seppellita sotto un cumulo di spazzatura con piaghe sanguinanti ed infette distribuite su tutto il corpo».
Una tragedia della solitudine, della noncuranza, della disattenzione e dell’abbandono degli anziani. Un esempio di indifferenza verso i diseredati che era sotto gli occhi di tutti, ma a cui nessuno ha mai prestato qualche attimo di attenzione.
La testimonianza. L’ infermiera sotto choc: «Ho provato orrore e pietà»
Non è sposata, non ha figli, ma ha nove nipoti che ora dovranno rispondere di abbandono di persona incapace. Si potrebbe configurare anche il reato di maltrattamenti. Gli uomini del commissariato hanno posto i sigilli al casolare. Sotto sequestro la casa lager, dove la nonnina era sepolta sotto metri di immondizia. Sul posto anche gli uomini della scientifica che hanno fatto tutti i rilievi del caso, fotografando anche le ferite, le piaghe e lo stato della donna quando è arrivata al pronto soccorso. Un fatto che ha scioccato tutti, anche gli stessi operatori sanitari che sono intervenuti per le cure del caso. Una storia che getta ombre su un senso di umanità probabilmente smarrito.
Nessuno sapeva e nessuno aveva mai denunciato quanto accadeva tra le mura del rudere proprio al centro di via provinciale Amendola. Non se ne erano accorti i familiari, né i vicini, né tantomeno le istituzioni del territorio. Eppure la nonnina giaceva probabilmente da anni in quello stato. A terra, sepolta viva, piegata dagli anni, dalla fatica e dall’abbandono, in compagnia di topi e parassiti. Emarginata e lasciata come rifiuto tra i rifiuti. Intorno una società che va avanti perdendo sensibilità e senso di compassione. Una realtà che ha costruito barriere e non va oltre le mura della propria casa, anche se a pochi passi si consuma una tragedia della solitudine. «Non è possibile che un essere umano sia lasciato così. Bisogna denunciare tutto questo. Quella donna era quasi murata viva». Giusy Salzano è una giovane infermiera del 118 arrivata sul posto. «Noi vogliamo denunciare questa situazione di abbandono perché riteniamo che la signora sia stata abbandonata non per mesi, ma per anni».
Rossella Liguori
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